Gusta a Roma, il ristorante ‘su due ruote’ impenna al Tiburtino Food Fest

Gusta a Roma, il ristorante ‘su due ruote’ impenna al Tiburtino Food Fest

Si è chiusa da pochi giorni l’edizione 2023 del Tiburtino Food Fest. Nel quartiere della Capitale, e zone limitrofe, un evento che ha esaltato e messo in primo piano la gastronomia della Capitale, in tutte le sue sfaccettature, versioni, dimostrazioni e rese culinarie. Recensione del ristorante Gusta.

Tanti i locali ad aver aderito, tra ristoranti, pizzerie, osterie con la mission di far conoscere le proprie ricette e interpretazioni della cucina romana al pubblico partecipante.

Ad aver particolarmente attirato la nostra attenzione è stato un ristorante a due passi dalla stazione Tiburtina, aperto da poco più di un anno e mezzo e con vivo, acceso l’entusiasmo della novità. Si chiama Gusta, è composto da uno staff giovane e dinamico, veloce e sveglio, disponibile e attento alle esigenze del cliente. Gusta non è solo il nome, ma è un verbo rappresentativo dell’anima gastronomica e godereccia che vive qui dentro e tra queste pareti in vetro si respira. È anche un richiamo, però, all’affascinante show-room di moto MV Agusta adiacente la sala del ristorante. Una sorta di Eden per gli appassionati di moto e cibo, che qui possono soddisfare entrambi i loro amori.

Fatto sta, da Gusta abbiamo provato una cucina diversa rispetto agli altri locali testati al Tiburtino Food Fest. Lo chef, Edoardo, è originario della Tuscia e ha portato qui la sua idea, versione e visione di cucina. Una cucina sì abbondante, ricca di gusto che però non si vuole fermare solamente alla ricchezza di porzioni e palato, tantomeno si limita entro i confini del raccordo.

Ristorante Gusta: cosa si mangia

Immancabile il carciofo alla romana, cotto a dovere, morbido il giusto e abbondantemente condito. Olio forse un filo eccessivo, ma è un abbondanza che rispecchia l’animo e lo spirito verace, godereccio e mangereccio dello chef. C’è insomma coerenza tra quello che Edoardo trasmette, anche a parole, e ciò che si ritrova nel piatto. Menzione speciale per il midollo accompagnato da una deliziosa tartare, anche qui sapori forti e decisi, un po’ come se Rocky dopo essersi allenato a tirare pugni alle carcasse di manzo le avesse cucinate seguendo il suo spirito combattivo e mai domo. C’è anche una pingue pasta mista con ceci e lardo: la dieta fa bene ma la rimanderemo a domani. Da Gusta cucina sì romana ma non priva di contaminazioni. Lo chef ci confessa la sua predilezione anche verso la tradizione campana e napoletana nello specifico, ecco perché in menu si trovano anche pasta alla nerano e gli ziti alla genovese. Anche la pasta mista, comunque, è un chiaro rimando alla sfera partenopea.

Più di tutti abbiamo apprezzato la pluma Iberica: taglio di carne che non sempre si trova nei ristoranti ma preparato a puntino dallo chef. Un taglio (è la parte tra il lombo e il collo del maiale) morbidissimo, grasso il giusto e piacevolmente dolce, cotto a dovere (anche) con la fiamma viva e accompagnato da una crema al mais e radicchio. A chiudere il pasto altra contaminazione extra regionale: si va in Sicilia stavolta con una granita alle mandorle, polvere di capperi e sale maldon a dare la giusta sapidità e, per completare al meglio il richiamo alla Trinacria, una briochina con la quale accompagnare il dessert.

Gusta è un bel posto per gli amanti di una cucina verace, decisa e saporita, e che coerentemente con quello che propone e trasmette non bada troppo all’estetica, alla leggerezza o all’equilibrio. Il locale giusto per chi è in cerca, come si dice da queste parti, di una bella ‘magnata’.