Cartolina da Roma al tempo della pandemia

Cartolina da Roma al tempo della pandemia

Scoprire Roma al tempo della pandemia. Al tempo della Rete. Al tempo della bellezza perduta nelle strade della capitale.

È quel tragitto che facevamo distratti e in fretta, nel traffico, in auto, in scooter o con i mezzi pubblici affollati. Tra miriadi di turisti con il naso per aria, ammirati da tanto splendore.

Il tour, per italiani e ‘turisti’ stranieri, è disponibile, ora, su Internet.

Partiamo dal rione Monti, dove tutto è nato. Dove, nel cuore di Roma, è nata la paura del coronavirus per la presenza di due cittadini cinesi alloggiati in un albergo e poi ricoverati, per primi, all’ospedale Spallanzani.

Dal quartiere antico che comprende tre dei sette ‘colli’, Esquilino, Viminale e Quirinale, e si estende sino al parco archeologico del Colle Oppio, alla Domus Aurea, Colosseo, Fori Imperiali e Mercati di Traiano, Palazzo del Grillo. ‘Monti’ è il rione dei tetti e di meravigliose chiese come Santa Maria Maggiore, Santa Prassede, San Martino ai Monti, Madonna dei Monti, San Clemente, per citarne qualcuna.

È un pezzo di Storia. Nell’antica Suburra Nerone, travestito, andava in giro per sapere cosa pensasse di lui il popolo.

Dieci le torri medioevali che svettano imponenti nel rione Monti, torre Capocci, dei Graziani, Grillo e altre.

Una città nella città. Tra botteghe di artigiani, gallerie d’arte, boutique, enoteche. bar e trattorie. Uno dei luoghi della ‘movida’ romana, rione Monti, preso d’assalto, prima delle restrizioni di sicurezza, nelle stradine e nei locali.

Suggestive le riprese di film celebri nel rione monticiano. ‘La banda degli onesti’, con Totò e Peppino De Filippo, si girò a ‘Monti’ dove Totò decide di parlare segretamente perché ‘non c’è mai nessuno!’ (la stazione della metropolitana era stata inaugurata un anno prima del film, nel 1955). E così la ‘tipografia’ del film è in Piazza degli Zingari e il bar in cui viene descritta la metafora del ‘caffè senza zucchero’ è in Piazza della Suburra**.**

A Via dei Serpenti ha vissuto il regista Mario Monicelli. Tom Cruise, amante della capitale, ha ambientato nel rione Monti alcune scene del film ‘Mission Impossible’.

Nell’attuale emergenza sanitaria, l’uomo ‘confinato’ riscopre Roma che riafferma, via web, le proprie bellezze.

È online la mostra di Raffaello, meravigliosa e unica nel suo genere, alle Scuderie del Quirinale, attualmente chiuse al pubblico. Un bellissimo video ‘Una passeggiata in mostra’ è visibile su you toube.

E poi mostre, musei, tutti fruibili in digitale, per italiani e ‘turisti’ stranieri. Da Canova, a Palazzo Braschi, al cinema di Sergio Leone (con gli oggetti, le fotografie, i capolavori del grande regista), alle passeggiate virtuali tra le sontuose stanze di Villa Torlonia, alle mostre di Jim Dine e Gabriele Basilico a Palazzo delle Esposizioni.

In attesa della riapertura dei musei, Roma Capitale ha lanciato sui social un completo palinsesto di attività digitali.

Perché l’Italia è soprattutto cultura e questo non è possibile dimenticarlo.

L’iniziativa ‘La cultura in casa’ è promossa dai musei della capitale e da istituzioni culturali, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia al Teatro dell’Opera, dalla Casa del Cinema al Palazzo delle Esposizioni.

Sono disponibili cinque tour virtuali, in lingua italiana e inglese, che propongono una visita a tutto schermo di sale e capolavori. Navigando sulle mappe interattive, ‘in giro’ per Roma tra Musei Capitolini (tourvirtuale.museicapitolini.org), Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali (tourvirtuale.mercatiditraiano.it), Museo dell’Ara Pacis (tourvirtuale.arapacis.it), Museo Napoleonico (tourvirtuale.museonapoleonico.it), Casino Nobile dei Musei di Villa Torlonia(tourvirtuale.museivillatorlonia.it).

Attraverso i canali social, sono, inoltre, illustrati monumenti, ville, parchi, musei e aree archeologiche della città, dai Fori Imperiali al Circo Massimo della città (www.sovraintendenzaroma.it).

Con la rassegna #IORESTOACASA del Maxxi, avviata dalla Presidente della Fondazione Giovanna Melandri, il museo d’arte contemporanea ha portato nelle case di quattro milioni di italiani, architetti, musicisti, artisti, scrittori, poeti, registi, superando ogni favorevole previsione. Visite virtuali alla Collezione MAXXI, con tanti artisti tra cui Gea Casolaro, Enzo Cucchi, Flavio Favelli, Marco Tirelli, Luca Trevisani.

La Rete svela, così, storie, segreti, misteri e luoghi della capitale, nella bellezza ritrovata di Piazza Venezia, Piazza del Popolo, Piazza San Pietro, e di altri siti della cultura. Mentre il settore della cultura, come tanti, è ora, purtroppo congelato’ e sospeso nella vita reale, e il desiderio è il ritorno alla ‘normalità’.

E i quartieri romani, nel silenzio assoluto, sono il mondo dei gabbiani e dei colombi, unico ‘suono’ a volte rotto tristemente dalle sirene. Le pochissime persone per strada, tutte (o quasi) con mascherina e guanti, hanno un cane al guinzaglio, o trascinano un carrello per la spesa. Disciplinate nelle file d’attesa ai supermercati e alle farmacie, poi un ingresso di corsa nella paura che possa esserci il contatto ‘fatale’. Nel cielo, un elicottero ‘sorveglia’ i movimenti del mondo che non c’è. E i terrazzi e i giardini, privati o condominiali, promettono, con le dovute distanze, un raggio di sole, per alcuni, anche per una precoce ‘tintarella’.

Il silenzio è, comunque, l’unica cosa assordante ovunque. Un ‘vuoto’ continuo che, ad osservarlo così da vicino, apre spazi profondi e sconfinati nel cuore.

Qualche segnale positivo degli ultimi giorni lascia sperare, tuttavia, che l’emergenza – non si sa quando né come – possa evolvere al meglio. Se continuiamo a rispettare i divieti, ne usciremo. Questa è l’unica certezza in attesa di individuare farmaci e, poi, un vaccino.

Resistere’ è la parola d’ordine. Dopo l’euforica ed urgente riorganizzazione iniziale delle abitudini personali, familiari e di lavoro. Dopo aver riscoperto la possibilità di fare un ‘riordino’ non solo dello spazio e degli ambienti di casa ma anche della propria vita, dei rapporti e persino del sentire. Dopo quasi un mese di ‘isolamento’, siamo ancora sospesi nell’incertezza del futuro, in una fase che potrebbe non concludersi in tempi ravvicinati. E che, dopo la paura, già richiede adattamenti ad una nuova ‘vita’.

Resisteremo? È quanto si chiedono un po’ tutti. Sono preoccupazioni non solo psicologiche e sociali ma anche ‘materiali’, per le gravi difficoltà economiche che colpiscono molti settori, per i quali il governo italiano ha promosso specifiche misure straordinarie di sostegno.

Tra qualche tempo rivedremo Roma affollata di gente, con i problemi di traffico, rumori e smog ma anche l’incedere lento delle ultime carrozzelle a cavallo (‘botticelle’) che portano a spasso i turisti per la città.

Saremo travolti da appuntamenti e impegni di ogni natura e genere. Alcuni, forse, li avremo cancellati per sempre dalla nostra agenda, dopo la naturale ‘potatura’ determinata dalla distanza.

Apprezzeremo di più la nostra città? Tanto amata, l’Italia, dai turisti di ogni parte del mondo. Forse, non abbastanza da noi.

Riscopriamo, seppur virtualmente, Roma, capitale d’Italia, per recuperare le nostre radici, la nostra storia, i nostri valori di uomini e donne ed il senso di una comunità. Riscopriamola adesso per viverla diversamente, nel futuro!

Ed è di Napoli l’iniziativa della ‘spesa sospesa’ per i più bisognosi. Dopo il ‘caffè sospeso’ e il ‘giocattolo sospeso’, in tempo di pandemia nasce la ‘tombola scostumata’ condominiale dai balconi napoletani, per iniziativa del ‘re’ della tombolata Gino Curcione che, con megafono e cartelle, interpreta ogni numero. Sperando che, dal ‘panariello’, possa nascere un po’ di allegria e di speranza. Per donare un sorriso e far sentire che ‘resistere’ vuol dire uscire dall’individualismo dell’’io’ e vivere come ‘noi’.

Nessuno si salva da solo’ ha detto Papa Francesco nella struggente preghiera solitaria e straordinaria del 27 marzo**,** sui lastroni bagnati di una piazza San Pietro deserta e silenziosa.

Resistere’, ora, è saper aspettare. Con sacrificio, equilibrio ed impegno ma anche con condivisione, gioia e fiducia.

Elvira Frojo