Stregati dalla Luna (da 50 anni)

Stregati dalla Luna (da 50 anni)

È già trascorso mezzo secolo da quando lo storico cronista della Rai, Tito Stagno, dopo una diretta fiume di oltre 25 ore annunciava che il suolo lunare veniva toccato per la prima volta da un uomo. Dopo oltre 50 anni è tempo di tornare lassù, ma l’impresa spetterà a una donna.

«Abbiamo scelto di andare sulla luna, non perché sia facile ma perché è difficile». Era il 1962 e il presidente americano John Kennedy, dal Rice Stadium di Houston (Texas), annunciava con un lungo discorso carico di speranza e di orgoglio la missione spaziale per la conquista della Luna. Era il 20 luglio 1969 e milioni di persone in tutto il mondo osservavano quel sogno diventare realtà.

Sono gli psichedelici anni sessanta, quelli dei Beatles e della pop art, della minigonna e del primo personal computer progettato da Olivetti. Ma sono anche gli anni della costruzione del muro di Berlino, delle battaglie per l’integrazione razziale di Martin Luther King, delle lotte per l’indipendenza in Africa e delle contestazioni giovanili. Là fuori c’è un mondo che cambia in fretta, eppure è paralizzato dalla guerra fredda. Due modelli economici, sociali e culturali, del comunismo e del capitalismo, si fronteggiano cercando di dimostrare la superiorità dell’uno sull’altro. Non basta più però farlo sulla terra ferma e sulle acque, il nuovo obiettivo è il cielo. La corsa allo spazio assorbe così gli sforzi dei due blocchi e in particolare quelli degli Stati Uniti che dall’inizio del decennio sentono di essere rimasti indietro. Nel 1957 infatti l’Urss era riuscita con successo a lanciare in orbita il primo satellite artificiale della terra, lo Sputnik, e appena quattro anni dopo – nel 1961, quando Kennedy fu eletto presidente – portava a segno una nuova straordinaria missione. Per la prima volta, un giovane cosmonauta, Jurij Gagarin, aveva volato nello spazio, orbitando intorno alla terra per quasi 90 minuti.

È in questo clima misto di tensione e di umiliazione nazionale che nasce il programma della NASA (National Aeronautics Space Administration) chiamato “Apollo”, dal nome della divinità greca del sole, il cui ambizioso intento era portare sull’unico satellite naturale della Terra un essere umano. Gli stessi scienziati e ingegneri si mostravano pessimisti, sembrava un compito impossibile da realizzare e oltretutto economicamente insostenibile. In quello stesso periodo infatti, dall’altro lato del mondo, si stava combattendo la guerra del Vietnam, tanto brutale quanto dispendiosa. Ebbene, dopo una serie di tentativi falliti, il 16 luglio 1969 venne lanciato dalla rampa di lancio 39A, a Cape Kennedy, il razzo Saturno 5 e quattro giorni dopo i tre astronauti americani scelti per la missione raggiunsero la Luna. Due di questi, Neil Armstrong e Buzz Aldrin si avventurarono nella passeggiata spaziale, il terzo, Michael Collins, rimase al comando del modulo Apollo 11. Il resto è storia.

Al di là del significato politico e scientifico che un’impresa di tal genere può avere avuto, spostando di nuovo gli equilibri internazionali a favore degli Usa, il suo valore culturale è stato enorme. Ha fatto cadere definitivamente le colonne d’Ercole, ha liberato i sapiens dai limiti terrestri realizzando uno dei sogni più antichi dell’essere umano: levarsi così in alto da toccare la Luna. Si spalancavano le porte di un mondo nuovo, di un futuro pieno di possibilità in cui poter fuggire dai vizi e dai mali della Terra, oppure sprofondare nell’alienazione più nera. In questo senso si sono moltiplicate in quegli anni le canzoni ispirate ai viaggi spaziali, da “Space Oddity” di David Bowie a “Rocket Man” di Elton John, passando per Frank Sinatra, i Deep Purple e i Pink Floyd. Per non citare le voci di chi già nel passato aveva trovato nella Luna una fonte d’ispirazione, da Ariosto a Leopardi con la sua poetica dell’infinito.

I complottisti. Houston, abbiamo un problema.**

Ma se tutto questo non fosse mai accaduto? Se l’uomo non avesse mai messo piede sulla Luna? Se fosse tutta una grande menzogna architettata dagli americani nel pieno della guerra fredda per affermare la loro supremazia nello spazio contro l’Urss? Queste sono le domande che i primi sostenitori della teoria della cospirazione si sono posti all’indomani dell’impresa e, riscontrando numerose incongruenze nel racconto ufficiale della NASA e attraverso l’analisi del materiale fotografico e video, sono giunti ad affermare che lo sbarco sul grande satellite del nostro pianeta non sarebbe mai avvenuto.

La corrente degli scettici si è formata subito dopo l’evento e continua ad essere alimentata da una fitta letteratura scientifica che mira a scandagliare, con tutti gli strumenti possibili, ogni aspetto della missione Apollo. L’avvento di internet ha fatto il resto, moltiplicando le teorie che prima erano relegate a spazi marginali e raccogliendo proseliti. Stando alla loro versione, il razzo sarebbe stato lanciato nello spazio, avrebbe girato per giorni intorno alla Terra, ma senza mai toccare il suolo lunare. L’evento, che definiscono la “truffa del secolo”, studiato dalla Nasa non solo a livello ingegneristico ma anche mediatico, non sarebbe altro dunque che uno straordinario film di fantascienza girato all’interno di studi cinematografici allestiti a dovere. E se alcuni dubbi sono stati facilmente sciolti – come quelli legati ai materiali usati per l’attrezzatura degli astronauti o alle anomalie riscontrate nelle foto – altri persistono, alimentati dall’atteggiamento della stessa NASA, ostinatamente reticente a lasciare libero accesso ai documenti della missione. Il che ha prodotto un circolo vizioso che quasi strizza l’occhio ai cosiddetti eretici.

Le nuove rotte

Sono passati cinquant’anni dallo sbarco lunare e la NASA sta ora preparando un nuovo programma chiamato “Artemis” – la dea greca sorella di Apollo – che vorrebbe riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024. Anzi, stavolta l’obiettivo è portare sul satellite il piede di una donna. Sulle stesse frequenze si sta altresì muovendo il ricco e potente fondatore di Amazon, Jeff Bezos, che col suo prototipo Blue Moon vorrebbe dare una spintarella (privata) all’agenzia aerospaziale. L’interesse degli scienziati e di alcuni paperoni sembra essere rivolto tuttavia anche verso altro. Da un lato si lavora per riuscire a portare nello spazio i primi turisti, come sta tentando di fare l’imprenditore Elon Musk con la sua società Space X, dall’altro si sta cercando di esplorare Marte, il pianeta rosso.

Il fascino della Luna resta comunque intramontabile e di passi da compiere per l’uomo ce ne sono ancora tanti. In questo preciso momento storico poi, in cui i giovani hanno smesso di sognare e di guardare al cielo perché chini sullo smartphone, una nuova missione esplorativa assumerebbe un significato profondo, in grado ricordare all’uomo che è stato creato per seguire “virtute e canoscenza”. E chissà poi che questo sbarco non si riveli l’occasione giusta per recuperare il senno perduto di Orlando, e non solo il suo.

Beatrice Vecchiarelli

Photo credits: Osservatorio Astronomico di Roma

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