40 anni di SMEMO

40 anni di SMEMO

Nico Colonna, direttore di Smemoranda e Presidente Gut Edizioni

Smemoranda, ovvero quarant’anni e non sentirli: la mitica agenda, antesignana dei social network e compagna fedele di generazioni di studenti italiani, festeggia nel 2019 un anniversario importante, confermandosi un oggetto cult e un catalizzatore di idee irrinunciabile, in grado di interpretare e sintetizzare al meglio le aspirazioni, gli interessi e le tendenze della contemporaneità. Il direttore Nico Colonna ci ha accompagnato “dietro le quinte” di un progetto editoriale di successo, per raccontarci passato, presente e prospettive future di un mezzo di comunicazione intramontabile.

Quarant’anni di Smemoranda: cosa rappresenta questo anniversario?**

Sicuramente è un grande traguardo. Quando alla fine degli anni Settanta siamo nati, nessuno poteva prevedere che la Smemo sarebbe stata ancora oggi il diario più amato dagli studenti italiani. Quasi un milione di giovani ogni anno ha dialogato con la Smemo grazie ad un progetto editoriale sempre e comunque in continua innovazione. Ben sette generazioni di ragazzi e ragazze hanno fatto di Smemoranda una compagna insostituibile.

Quale racconto emerge dal lungo viaggio insieme agli studenti italiani?

Smemoranda l’ha creata proprio un gruppo di giovani del movimento studentesco milanese, con l’idea di fare un libro un po’ agenda un po’ diario, assolutamente rivoluzionaria per quei tempi. Il tutto senza il supporto di uffici marketing e soprattutto senza capitali, attraverso una cooperativa di ragazzi con la ferrea volontà di realizzare qualcosa di alternativo a quanto offriva il mercato all’inizio degli anni Ottanta. Un diario di 16 mesi, con le pagine a quadretti, i racconti e le vignette che si alternano allo scorrere delle pagine dell’anno. Questo è stato il mix di ingredienti di quella piccola rivoluzione che sconvolse un mercato troppo miope e conservatore, lontano dai giovani e dalle loro grandi aspettative di cambiare la società. L’universo giovanile apprezzò il nostro progetto editoriale, forse perché sulle quelle pagine prendevano vita i valori di cambiamento e di trasformazione di costume che i ragazzi sognano.

Smemoranda ha dedicato il 2019, l’anno del quarantennale, al “ciao”: che valore attribuite a questa parola?

Il tema nasce in redazione, ma anche dall’interazione con le centinaia di migliaia di ragazzi che partecipano ai social, il nostro grande ufficio marketing. CIAO è l’incontro, l’accoglienza, la conoscenza, l’innamoramento, l’amicizia, il saper abbattere una barriera per aprirsi al mondo.

Smemoranda può essere considerata una sorta di antesignano su carta dei social network: qual è il segreto per restare sempre al passo?

La Smemo è stato il primo social network su carta, e continua a esserlo nonostante l’evoluzione delle tecnologie. Certo si confronta con lo smartphone, ma tra i ragazzi la voglia di scrivere, pasticciare, incollare ricordi, per fortuna c’è ancora. Noi, inevitabilmente, ci siamo evoluti insieme alla società e, col tempo, abbiamo cambiato contenuti, formati e collaborazioni per interagire con internet e non solo.

Qual è lo spazio del diario nell’orizzonte della comunicazione di oggi? Come interagisce Smemoranda con gli altri canali di comunicazione, dai social a Whatsapp?

Il WEB è il mezzo preferito dai ragazzi ed è la seconda casa di Smemoranda. Per questo esiste in Smemoranda una redazione web che lavora quotidianamente di pari passo con la redazione cartacea, in una continua contaminazione tra le due realtà, capace di cogliere l’attimo, la tendenza, la critica, le emozioni e trasformate il “target” nel più grande e credibile ufficio marketing. Il diario continua online con video, curiosità e approfondimenti sia sul portale www.smemoranda.it sia su WhatsApp che sui canali social del brand, dove la community di ragazzi che segue la Smemo cresce sempre di più.

L’aggressività verbale è oggi uno dei tratti dominanti nelle interazioni di giovani e meno giovani: in che modo si può invertire la tendenza?

Smemoranda cerca di fare la sua parte dando il buon esempio con quel mix di ironia, coerenza e impegno che da sempre la contraddistingue, sulla carta e sul web. Nel corso delle edizioni sulle pagine della Smemo più di 25 milioni di studenti si sono incontrati con oltre 300 personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport, del fumetto. Una comunità creativa che condivide legami culturali forti, voglia di vivere e di contare, capace di far riflettere e pensare i nostri giovani “consumatori” col sorriso sulle labbra, anche nei momenti bui di questo paese. Al centro c’è sempre un inguaribile ottimismo e tanti valori positivi: la pace, la solidarietà, l’amore, l’amicizia per contribuire nel nostro piccolo a far sì che i giovani non siano spettatori passivi ma i soggetti del cambiamento.

Smemoranda 2020: cosa ci riserverà?

Non possiamo svelare ancora nulla, ma siamo all’opera come ogni anno per far sì che la prossima sia sempre l’edizione migliore.

Che significato ha avuto per voi la collaborazione con New! e quindi come l’agenzia è riuscita a tradurre in concept i valori di Smemoranda?

Con New! abbiamo realizzato il restyling del portale Smemoranda.it e lo sviluppo della piattaforma del concorso interattivo “Crea la tua Smemo”, che ha permesso agli utenti più affezionati di disegnare la copertina dell’edizione 2020 del diario. New! è stata fondamentale per valorizzare – soprattutto in ottica SEO – i contenuti che Smemoranda produce online.

Gli fa eco Stefano Ferranti, fondatore di New! “Il nuovo concept del sito si basa sulla volontà di allineare la fruizione in rete con quella analogica dell’agenda, facendolo così assomigliare a una Smemoranda usata e vissuta dagli utenti, che vanno a confluire in una community dai forti tratti identitari. Sono stati riproposti elementi grafici nei quali gli utilizzatori dell’agenda cartacea si possono riconoscere. Tutte le novità, dalle funzioni all’estetica, si muovono nella medesima direzione, ovvero rinforzare il senso di appartenenza di chi ha amato e ama la mitica Smemo, accorciando le distanze tra dimensione digitale e analogica e permettendo di contribuire in prima persona al processo di restyling attraverso diversi livelli di interazione.”

Elisabetta Pasca