Smau Milano – “Il futuro dell’impresa è già qui”

Smau Milano – “Il futuro dell’impresa è già qui”

Italia: paese di poeti, navigatori e… imprenditori. Se c’è una piattaforma nel nostro Paese capace di catalizzare aziende, startup e nuove tecnologie questa è certamente Smau. Il Presidente Pierantonio Macola ci spiega cosa vuol dire oggi “fare impresa”.

Smau, nato a Milano nel lontano 1964 si è affermato prima sul territorio nazionale come evento di riferimento in cui far confluire gli attori del settore, poi è riuscito a confermarsi anche all’estero in città come Berlino e Londra.

Grazie a Smau piccole e medie imprese si incontrano, si interfacciano tra di loro e con le startup, vengono messe di fronte all’innovazione digitale che ora, grazie alle moderne tecnologie, è al centro del concetto di “fare impresa”. Durante l’ultima tappa italiana di Smau, prima della pausa estiva, tenuta a Bologna, abbiamo intervistato il Presidente Pierantonio Macola, che ci ha spiegato cosa rappresenta il roadshow per le migliaia di aziende che si incontrano e confrontano durante i numerosi appuntamenti che Smau offre ogni anno.

Cosa ha reso Smau un evento di riferimento nel settore dell’innovazione e delle moderne tecnologie?

Smau è il prodotto più famoso di Fiera Milano e nei suoi 55 anni ha mantenuto fissa la sua lente di ingrandimento sul concetto di fare impresa. E’ un luogo di incontro in cui gli imprenditori vanno per incontrare altri professionisti, prodotti, soluzioni, servizi e partner per accrescere la propria azienda. Smau in tutto questo tempo ha mantenuto la centralità dell’impresa, è pensato e organizzato solamente per gli imprenditori volendo metterli di fronte a soluzioni per aiutarli a vincere la sfida del mercato. Lo fa in modo diverso dai primi tempi, sia con tappe in regioni più dinamiche come Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Lombardia e Campania che con incontri all’estero in cui agganciamo imprese straniere.

Lei è stato prima Amministratore Delegato, poi Presidente. Nel corso di questi anni cosa è cambiato in Smau e qual è la sua soddisfazione più grande?

Pierantonio Macola

Sono cambiati gli ingredienti per innovare, per portare un’azienda al successo. La soddisfazione più grande è stato vedere il cambiamento al quale sono state soggette startup innovative, che nell’immaginario collettivo sono considerate come “entità” in cui una su un milione vince, ma che grazie allo scouting di Smau oggi sono parte integrante del sistema. Smau è un collante, un’agenzia matrimoniale grazie alla quale le imprese incontrano startup che hanno idee e progetti innovativi. La soddisfazione più grande è stata quella di esser diventati un ponte che mette in relazione questi operatori.

La tappa principale di Smau è Milano, cosa la differenzia dalle altre?

Una tappa come Bologna, importantissima per noi, è fatta di 5000 imprese partecipanti. A Milano ci sono in media 30.000 imprese, è una tappa multiregionale e internazionale dove confluiscono gli attori che nazionali e internazionali che abbiamo incontrato nel corso dell’anno nelle nostre tappe in Italia e all’estero. E’ un po’ la nostra corazzata e punto di forza poiché è una piattaforma di respiro mondiale.

C’è l’impressione che i mezzi digitali oggi non siano sfruttati appieno dalle imprese, le aziende italiane come sono messe in termini di innovazione e tecnologie digital?

Siamo anche vittime di alcuni stereotipi. Abbiamo un osservatorio in cui si vede che le imprese italiane piccole e medie che sfruttano open innovation hanno registrato un +45% rispetto allo scorso anno, un dato più alto di tutti gli altri paesi europei. Questo significa che l’Italia è fatta di piccole e medie imprese che sono destinate progressivamente a crescere, e penso che vedremo buoni risultati a breve termine.

Nonostante tutto fare impresa in Italia non è così difficile…

L’Italia è al mondo la nazione con più vocazione d’impresa, ha il più numero alto di persone che vogliono fare gli imprenditori. Pensiamo quindi che le strategie dell’open innovation siano destinate ad avere un successo tale in Italia non paragonabile a nessuna altra nazione europea.

Ha introdotto il tema della startup, qual è il suo ruolo nel mondo impresa odierno e il rapporto/collaborazione tra startup e imprese è migliorabile?

Assolutamente sì, è un fenomeno che sta nascendo adesso, in molti vedono il mondo delle startup come una “gara di unicorni” in cui solamente una taglierà il traguardo. Il fenomeno dell’open innovation ancora non è molto conosciuto ma comunque in crescita. Il rapporto tra startup e impresa ha le dinamiche più diverse: ci sono casi in cui l’impresa partecipa in società con la startup, può essere un rapporto in cui la startup è un fornitore strategico dell’impresa o un fornitore specializzato…ci sono dinamiche di tutte le tipologie e la crescita del 45% rispetto allo scorso anno di cui parlavo prima è lo specchio di questa situazione.

Quindi come vede il futuro del fare impresa italiano?

C’è una nuova geografia dell’innovazione, ora anche le startup del sud Italia possono approcciarsi con imprese del nord o anche dell’estero. Il fenomeno nel 56% dei casi interessa territori diversi, quindi esiste una nuova opportunità per l’ecosistema impresa italiano. Ci sono più collegamenti e reti lunghe da sfruttare, reti che portano anche a Berlino e Londra. E’ stato dunque superato il concetto di fisicità e territorialità come elementi chiave a favore di una più libera e aperta comunicazione.