Il lato segreto del vino

Il lato segreto del vino

Per gli amanti del vino aprile è un mese di rilievo, un periodo in cui l’ambito dell’enologia è al centro dell’attenzione nell’imperdibile appuntamento di Vinitaly. A Verona i migliori produttori, etichette, professionisti del settore (italiani e stranieri) e semplici appassionati si incontrano in una 3 giorni in cui il vino la fa da protagonista: Vinitaly rappresenta un place to be per tutti coloro che ruotano attorno all’eno-gastronomia.

A testimoniare come i nostri prodotti abbiano fatto breccia anche all’estero interviene la lista stilata da “Wine Spectator”, la più importante rivista internazionale del settore che ogni anno elegge le migliori etichette del mondo. L’Italia del vino si conferma protagonista nel mercato statunitense: importante la presenza dei nostri prodotti nel “Grand Tour” organizzato da Wine Spectator. Nella lista di questa stagione sono 107 i vini italiani a comparire e a essere presenti nella tournèe che, tra aprile e maggio, sarà in città come Washington, New York e Las Vegas. La massiccia presenza di prodotti italiani (più di un vino su 4 proviene dallo Stivale), conferma il grande successo che le nostre etichette riscuotono negli States.

La lista firmata da Wine Spectator si propone di collegare due culture vinicole come quella italiana e quella statunitense, confermando l’attenzione dei wine lovers americani verso i nostri prodotti. Nell’elenco sono presenti sia delle new entry che cantine storiche come le piemontesi Marchesi Barolo o Prunotto. Le regioni italiane mantengono un forte ascendente verso i consumatori statunitensi e Wine Spectator offre l’occasione giusta per far incontrare questi due mondi apparentemente così lontani. Allo stesso modo Vinitaly offre un “trait d’union” tra il territorio, il vino italiano ed i mercati esteri. Il crescente successo della fiera veronese, dopo tutto, conferma ogni anno l’apprezzamento che i mercati esteri hanno verso i nostri prodotti.

In concomitanza con l’evento abbiamo raggiunto Luca Gardini, uno dei maggiori sommelier italiani e campione del mondo della categoria nel 2010, che ci ha aperto la porte sul mondo del vino e delle degustazioni.

Come si scopre il talento per il vino?
Si scopre innanzitutto se ce l’hai, ma anche, e forse soprattutto, se qualcuno ti aiuta a scoprirlo e ad allenarlo.

Memoria olfattiva, istinto, talento, studio…cosa c’è maggiormente dietro il suo lavoro?
Tutto. Se mancasse uno solo di questi fattori non sarei arrivato al punto in cui sono. A queste caratteristiche ci aggiungerei anche la voglia di non fermarsi mai. A chi sarebbe mai venuto in mente una volta di studiare le regioni vitivinicole cinesi?

I suoi primi passi in questo mondo? Che ricordi ha delle prime degustazioni?
Se le ricorda il mio fegato (ride,ndr). Scherzo, anche se mi ricordo molti grandi vini della mia vita. Tutti sarebbe troppo.

Come si diventa 1° sommelier del mondo?
Avendo talento e avendo fame di sapere sempre di più.

E’ cambiata la sua vita dopo aver vinto il campionato del mondo?
E’ cambiata a livello mediatico e a livello personale. Quando arrivi in cima devi pensare a come restarci.

Ma a tavola, da amici o al ristorante, il vino lo fanno scegliere a lei?
Con gli amici si beve vino per stare in compagnia. Spesso la compagnia è molto più importante dell’etichetta che si sceglie dalla carta.

I suoi tre vini preferiti?
Tre sono troppo pochi, pensate che solo in Italia ci sono molti più vitigni autoctoni che giorni sul calendario.

Oltre al vino apprezza anche altri alcolici? Certo, anche i super alcolici ad esempio. Sono di grande ispirazione per numerose preparazioni.

Serata tra amici … birra, vino o cocktail, cosa le piace bere? Faccio scegliere agli amici o alla serata.

Che consigli darebbe ad un ragazzo che sogna di diventare un sommelier?
Il lavoro sarà molto duro e richiederà molta passione e tanto altro. Non voglio scoraggiare nessuno, ma bisogna essere motivati e al tempo stesso modesti. Per capire il vino e, di conseguenza, per proporlo, non basta aver stappato alcune bottiglie o saper far roteare il bicchiere.

Crede che l’Italia sia la miglior nazione al mondo nella produzione di vino o comunque tra le prime tre? Assolutamente sì e addirittura aggiungo che abbiamo anche molti margini di crescita in diverse zone.

Ultima cosa, vuole consigliare dei particolari abbinamenti cibo/vino ai nostri lettori?
Vorrei consigliare solo di non farsi condizionare da chi presume di sapere di vino. Ognuno ha un palato che merita rispetto. Poi sugli abbinamenti buttatevi qualche volta e sperimentate. Le migliori innovazioni spesso nascono dagli errori, o presunti tali, e dagli azzardi.