Legge anti caporalato. La filiera della legalità

Legge anti caporalato. La filiera della legalità

“Legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura”: questo il nome del provvedimento approvato definitivamente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che prevede l’introduzione di maggiori garanzie per la tutela della dignità dei lavoratori agricoli, alcune innovazioni concrete sul lato penale che alzano il livello del contrasto come è stato fatto contro la criminalità organizzata, e rafforzate misure a favore delle imprese agricole in regola.

Il Ministro Martina annuncia la nuova legge contro il caporalato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, annuncia la nuova legge contro il caporalato

«Lo Stato – ha affermato il Ministro Maurizio Martina – risponde in maniera netta e unita contro il caporalato con questa nuova legge attesa da almeno cinque anni. Ora abbiamo più strumenti utili per continuare una battaglia che deve essere quotidiana, perché sulla dignità delle persone non si tratta. E l’agricoltura si è messa alla testa di questo cambiamento, che serve anche a isolare chi sfrutta e salvaguardare le migliaia di aziende in regola che subiscono un’ingiusta concorrenza sleale». Un primo passo avanti verso per tutelare i tanti lavoratori per cui l’illegalità non costituisce una scelta, ma l’unica condizione possibile, come da anni denunciano sindacati, associazioni no profit e, sporadicamente, mezzi d’informazione.
Intanto, un primo caso nel Sud pontino, seppur non perseguibile secondo i dettami della nuova legge (successiva all’inizio delle indagini della procura di Latina), ha portato Digos e carabinieri del comando provinciale all’arresto di un indiano accusato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, responsabile del reclutamento illegale di decine di braccianti impiegati all’interno di una delle cooperative ortofrutticole più grandi nella provincia di Latina.
Una paga di 3 euro l’ora, contro i nove previsti dal contratto nazionale, con i badge dei lavoratori resettati ogni due giorni per ridurre il monte ore e riallinearlo a quello previsto da contratto, e una massiccia campagna di reclutamento attraverso whatsapp: così il caporale selezionava i braccianti fra un centinaio di “iscritti” al gruppo e dava loro il luogo, l’orario e la paga oraria. Nella stessa operazione sono stati sequestrati un terreno non coltivato con i suoi container in cui risiedevano in baracche quasi 130 indiani, senza servizi igienici, fogne, elettricità e sotto tetti in eternit. Proprietari del terreno, due ultrasettantenni di Roma che mensilmente riscuotevano per l’affitto di queste baracche tra i 100 e i 300 euro.
Un ulteriore provvedimento è quello della regione Toscana, che ha deciso di intervenire con mano più ferma sulle aziende che non rispettano i diritti fondamentali dei lavoratori, che non potranno accedere o mantenere i finanziamenti europei. Inoltre, sono previsti raccolta di dati, potenziamento e integrazione negli interventi di ispezione, prevenzione e controllo, elenchi ufficiali di fornitori e prestatori di opera, promozione e valorizzazione delle aziende virtuose, in un protocollo che coinvolge tutti gli attori, dalle istituzioni ai rappresentanti di imprese e sindacati, il governo nazionale e la UE, con una proposta di modifica dei meccanismi di erogazione dei contributi agricoli.
Lavoro pulito per restituire dignità alle persone, una filiera alimentare finalmente libera per esaurire le conseguenze di sfruttamento e illegalità.