Da suora di clausura ad aspirante governatrice della Catalogna

Da suora di clausura ad aspirante governatrice della Catalogna

Succede spesso che la realtà superi la fantasia, e che delle storie che sembrano uscite da avvincenti romanzi provengano, invece, dalla vita di tutti i giorni: è ciò che è accaduto in Spagna, dove una suora d’ordine benedettino ha preso la decisione di abbandonare la clausura per dedicarsi alla politica e candidarsi alla presidenza della Catalogna. Il suo nome è Teresa Forcades I Vila, 48 anni, monaca benedettina del monastero di Sant Benet de Montserrat, dottore di Ricerca in sanità pubblica presso l’Università di Barcellona e in Teologia presso la Facoltà di Teologia della Catalogna. Un reportage della BBC, intitolato Sister Teresa Forcades. Europe’s most radical nun la definisce “intellettuale, di sinistra, separatista, rivoluzionaria e anticapitalista”.
La Forcades è fortemente convinta della sua scelta, al punto di aver già costituito un partito, il Procés Constituent, che, per le comunali svoltesi durante lo scorso mese, si è alleato con alcune formazioni di sinistra, fra le quali il partito Podemos, fondato nel 2014 dagli attivisti di sinistra legati al Movimento 15 M (noto anche come movimento degli Indignados), per dar vita alla lista Barcelona en Comu’, sotto la guida di Ada Colau, la neo nominata sindaco di Barcellona.
Come accennato, la Forcades desidera essere candidata alla presidenza della Catalogna alle elezioni regionali del prossimo 27 settembre, alla guida di un fronte della sinistra nel quale vorrebbe integrare anche i Podemos, che già governano Barcellona. Sarà dispensata dalla clausura per un anno, prorogabile fino a tre, in modo da potersi dedicare appieno ai suoi impegni politici.
Dopo aver lasciato il monastero di Sant Benet a Monserrat, ha invitato Podemos, la Sinistra Repubblicana Catalana di Erc, gli indipendentisti di Cuo e di Iniciativae Euia ad una riunione, che ha avuto lo scopo di formare un’alleanza per le elezioni regionali del 27 settembre, della quale intende essere a capo, per sfidare alle votazioni il “governatore” uscente, il nazionelista Ciu, Artur Mas, anch’egli indipendentista, ma di centro.
Suor Teresa ha le idee chiare e nell’accordo elettorale non mette in discussione tre condizioni imprescindibili: «Aprire un processo costituente catalano, con l’impegno di convocare un referendum sull’indipendenza, governare con politiche anticapitaliste e varare un piano d’urto in favore del 30% di abitanti della Catalogna in situazione di esclusione sociale».
Oltre a Teresa Forcades, anche la consorella Lucia Caram ha attratto l’attenzione dei media per il suo attivismo in campo politico, come sostenitrice, alle elezioni comunali di Barcellona, della lista del sindaco nazionalista uscente Xavier Trias, battuto dalla Colau. Dunque l’intraprendente Forcades non è la prima religiosa che, negli ultimi tempi, ha intrapreso una carriera politica e attirato l’attenzione della stampa; anche suor Lucia Caram è divenuta una sorta di “star” in Catalogna e, oltre alla politica e alla vita religiosa, si dedica con passione anche alla cucina, conducendo perfino un programma.
La storia di Teresa Forcades e la sua decisione di abbandonare la clausura per dedicarsi appieno alla politica hanno avuto, però, maggior risonanza rispetto alla vicenda di suor Lucia. Un buon inizio, dunque, per Teresa Forcades, che ha definito alcune condizioni per un accordo elettorale con i Podemos, con le quali ha manifestato la sua posizione independentista e, quindi, a favore della convocazione di un Referendum per chiedere l’indipendenza catalana, femminista e sostenitrice dei diritti dei poveri e degli emarginati, intenzionata a varare un piano d’urto in favore degli abitanti della Catalogna che vivono in situazione di esclusione sociale, e a governare con politiche anticapitaliste. Il desiderio più grande della Forcades è, senza dubbio, quello di proclamare l’indipendenza della Catalogna e, dopo aver realizzato tale sogno, di tornare alla clausura. Nel frattempo ha chiesto alla sua madre superiore di poter venire in convento una volta alla settimana per “rifocillarsi spiritualmente” attraverso la preghiera che, come ella stessa dice, aiuta a “fermarsi per chiedersi, ‘perché sono qui’ ; domanda, come specifica, che tutti noi dovremmo farci più volte al giorno, per poter vivere la nostra vita a pieno.

Paola De Donato