Rivoluzione agroalimentare

Rivoluzione agroalimentare

Il mutamento “genetico” degli alimenti nasce grazie alla creatività e alla virtù (figlia della necessità) dei giovani laureati contadini, che con le loro mani stanno coltivando un nuovo futuro.
Così c’è chi si è messo a produrre spezie da vendere alla comunità di immigrati cinesi in città; chi ha realizzato in Italia la prima coltivazione di banane, ora possibile con il surriscaldamento del Paese; chi ha inventato l’agridetersivo per non inquinare; chi ha sperimentato la mozzarella di capra contro le intolleranze sempre più diffuse.

A Palermo, per esempio, – spiega la Coldiretti – la banana, frutto tipicamente tropicale, grazie a un microclima favorevole riesce a crescere in maestosi caschi. Grazie a questa fortuna, o sfortuna (dipende da quale punto di vista la si voglia guardare), alcune aziende si stanno attrezzando per produrre banane nostrane. Per ora – afferma la Coldiretti – si tratta di una produzione limitata, ma che diventa ogni anno sempre più interessante anche per l’ottima qualità del frutto.
Particolarmente innovativo e curioso è il successo ottenuto nella comunità cinese in Piemonte, a Carmagnola, da un’azienda che si è specializzata in coltivazioni (esclusivamente Made in Italy) di prodotti tipicamente cinesi destinati al consumo fresco e ai ristoranti cinesi della zona. Numerose le produzioni, tra le quali, le più richieste sono: il cavolo pakcioi, la tiángu? (particolare zucchina tonda) e la ji?cài (simile all’erba cipollina).
In Puglia, invece, un’azienda ha cominciato a coltivare prodotti etnici destinati prevalentemente agli stranieri, dallo zenzero al coriandolo, dalla cannella alla curcuma. Tra i giovani agro-imprenditori c’è anche chi trasforma la crescente attenzione verso l’ambiente in una vera e propria attività aziendale, producendo detersivi ecologici interamente realizzati con le sostanze estratte dalle piante in imballaggi biodegradabili. Questi bio-agro-detersivi offrono un’ampia gamma di scelta: si va dal detersivo per lavastoviglie a base di alloro, ortica, limone e rosmarino, al sapone da bucato a base di sambuco e carota.

Altro tema caldo è quello delle intolleranze alimentari che colpiscono diverse migliaia di persone tra bambini e anziani. Sotto la spinta di questa motivazione nasce l’invenzione di quattro aziende, in collaborazione con l’Università di Bari, della prima mozzarella con latte di capra, molto ben tollerata da chi non può assumere il latte vaccino e altrettanto gustosa.
E ancora, dulcis in fundo, in Sicilia c’è chi ha riscoperto l’antica manna in chiave moderna come dolcificante naturale a basso contenuto di glucosio e fruttosio, per prelibate produzioni dolciarie (una ri(e)voluzione sorprendente). La manna è ricavata attraverso particolari incisioni sul tronco dei frassini dai quali fuoriesce una sostanza azzurrina e resinosa che, esposta al sole, si addensa formando lunghe stalattiti biancastre.
Che sia questa una strada alternativa per i giovani imprenditori del settore agro-alimentare per produrre in tempi di crisi? Lo vedremo.
Per ora, l’ingegno, la preparazione, la lungimiranza, la volontà, sono le uniche armi che sembrano squarciare uno spiraglio di luce in un panorama buio, schiacciato da un sistema in crisi che non è capace di produrre nient’altro che se stesso.

di Laura Saggio