Abbiamo provato per voi la nuova Seat Alhambra

Abbiamo provato per voi la nuova Seat Alhambra

All’esterno, saltano agli occhi i nuovi proiettori bi-xenon bidirezionali e adattativi e le porte posteriori scorrevoli, opzionalmente ad azionamento elettrico con comando a distanza. Con lo stesso comando possono chiudersi tutti i vetri e il tetto scorrevole, se presente. Non si vede al primo colpo, ma sorprende piacevolmente scoprirlo, il gancio di rimorchio pieghevole che compare e scompare con un semplice gesto. Una volta aperte le porte, abbiamo altre piacevoli sorprese e novità: innanzitutto, l’abitabilità è davvero ottima dappertutto e, nella versione a sette posti, persino i due sedili dell’ultima fila consentono viaggi comodi su lunghe distanze, anche a persone adulte (la suocera, ad esempio, come ci è stato maliziosamente suggerito da Louis Carl Vignon, Presidente di Seat Italia).

Tutti i sedili possono abbattersi e rialzare con una sola mano. D’altronde, le dimensioni della nuova Alhambra surclassano quelle del modello precedente in tutte le quote, dalla lunghezza, alla larghezza e le carreggiate, tranne… nell’altezza, tanto importante ai fini del baricentro. All’interno, i dieci anni trascorsi tra i due progetti si vedono e questa differenza in altezza di ben dodici centimetri non si nota affatto.

Dove invece sí salta, e ben chiara, è, una volta acceso il motore, nella guida. Sia per l’assetto del sedile, che per l’altezza dell’abitacolo, la nuova Alhambra è molto più vicina ad una normale berlina, di quanto non lo fosse l’anziana progenitrice. E nell’assetto di marcia questa differenza traspare chiaramente in tutte le motorizzazioni. La famosa sportività Seat diventa la protagonista, sotto la forma matura e soave del piacere di guidare chilometri e chilometri al volante di questo modello. Un po’ come la sorella minore Altea, che nel momento del suo lancio rivoluzionò il mondo delle monovolumi, con uno stile di guida spigliato e sportivo, piacevole, ma in un certo senso più aggressivo dell’Alhambra attuale.

Dei quattro motori inizialmente previsti, due TSI, da 150 e 200 cv e due TDI, da 140 e 170 cv abbiamo provato il più piccolo a benzina e i due diesel. Il benzina 150 cv muove con agilità la vettura a vuoto, ma stenta in ripresa su strade in leggera pendenza e, probabilmente, con la vettura a pieno carico. Tuttavia è molto piacevole e sale bene di giri, con consumi molto ridotti, secondo il computer di bordo, e su una vettura da famiglia, francamente, non serve altro… a meno che non si provino i motori diesel che, grazie alla coppia molto più elevata, forniscono spunti certamente migliori. Cenno speciale va fatto al cambio DSG in quanto a noi amanti delle scalate di marce all’ultimo metro risulta sempre lento da digerire un cambio automatico. Ma… provare per credere, scesi dalla versione TDI 140 cv con DSG, siamo saliti su un 170 cv manuale e… ne abbiamo sentito la mancanza come se provassimo dipendenza da DSG. Sarà l’età?

Ad ogni buon conto, il cliente tipo della nuova Alhambra, cui il cambio DSG sta proprio a pennello, così come lo ha tratteggiato il Signor Vignon, corrisponde al vostro cronista: prossimo alla cinquantina con moglie e due o tre bimbi… Mah! Riprendiamo la prova. Il motore da 140 cv offre eccellenti spunti e pare fatto apposta per l’Alhambra.

Silenzioso, come tutti i motori della gamma, consuma anch’esso pochissimo e spinge allegramente la vettura, almeno fin verso i 4.000 giri o poco più in là. Il cambio DSG, ormai noto da molto tempo come uno dei migliori, se non il migliore senz’altro del mercato, asseconda fedelmente la volontà del guidatore, senza sobbalzi ne impuntature, invitando quasi naturalmente ad assumere una guida corretta e direi, elettrica, che aggiunge punti al comfort di bordo. Poi, se uno ha bisogno di spunti o di scalate, i comandi al volante sono pronti e rapidi, anche se ci vuole un po’ di abitudine, specie quando il volante è girato in curva. La versione più potente, aggiunge spunti e prestazioni, senza togliere troppo nel consumo, davvero sorprendente i tutti i modelli.

Passiamo quindi a tratteggiare l’arsenale di innovazioni che Seat ha nascosto di serie o in interessanti opzioni sull’Alhambra: Il più teatrale è senz’altro l’aiuto nel parcheggio, grazie a cui la macchina si mette da sola nel suo bel posto, che lei stessa ha discretamente suggerito al conducente, mentre questo alza le mani, per lasciare a bocca aperta tutti i presenti. Questo accessorio, francamente utile in un’epoca di stress e stanchezza che ci porta spesso a commettere stupidi errori di percezione nel momento del parcheggio, mi ha fatto ricordare il teatrino cui i primi possessori della mitica Citroën DS sottomettevano i presenti, al momento di accendere il motore e sollevare la vettura dalla sua posizione a riposo. In pochi anni, quel sorprendente ritorno in vita di una macchina era diventato un luogo comune, così come comune sarà tra pochi anni vedere una macchina che parcheggia, mentre il guidatore parla al telefono o legge il giornale (parcheggia? Perché solo parcheggia?… Ma non apriamo un discorso troppo lungo).

Il climatizzatore a tre zone separate, per cui la famosa suocera non potrà più, dalla terza fila di sedili, accapigliarsi col genero per ottenere qualche grado in più di riscaldamento. la gestione automatica degli abbaglianti, che passano agli anabaglianti in presenza di vetture sulla corsia opposta. Il sistema Start/Stop per cui il motore si spegne ai semafori, per riaccendersi immediatamente, appena si sfiora la frizione. I sette Airbag. Il sistema ESP, con funzione di aiuto al traino e l’indicatore della pressione delle gomme. Insomma, una serie di accessori che rendono facile e giocosa la guida e la vita a bordo. Il tutto, poi, ad un prezzo che non si allontana molto da quello del modello sostituito, per cui il valore aggiunto cresce a dismisura.

La linea, un po’ anonima diventa l’unico aspetto grigio in un turbinio di colore e luminosità. Ma i modelli concorrenti non fanno altro che confermare che è molto difficile disegnare un monovolume che abbia uno stile realmente attraente di per sé. Forse, ci è riuscita soltanto la Seat stessa con l’Altea. Comunque sia, Seat Italia si appresta a presentare questo modello in tutti i concessionari italiani, il prossimo fine settimana del 2 e 3 ottobre e ha preparato un’offerta molto interessante per quanti vorranno andare a provare la nuova macchina. Ha molto a che vedere con quel fantastico aggeggio che risponde alle sigle DSG. Andate a domandare in Seat, sarà una bella sorpresa.

A cura della Redazione